Rimini, scavi in piazza San Martino | Comunicato stampa

03/02/2020

Nell'ambito delle programmate attività di scavo con sorveglianza archeologica condotte da Hera in Piazza San Martino per la realizzazione dei sottoservizi propedeutici al progetto di riqualificazione urbana denominato Museo Fellini IV Stralcio Lotto 1A Connessioni Urbane, sono emerse evidenze archeologiche riconducibili ai resti della chiesa di San Martino nonchè della connessa area cimiteriale.

Le attività richieste dalla Soprintendenza già in fase progettuale ed autorizzativa condotte fin'ora, confermano quanto rappresentato nelle Relazioni di archeologia preventiva allegate al progetto approvato, seppur i ritrovamenti si attestano, in alcuni punti, a quote più superficiali rispetto a quelle attese e richiederanno una revisione progettuale della lama d'acqua e dell'installazione prevista dai progettisti del Museo Fellini a centro piazza.

Gli attuali ritrovamenti, consistenti in tracce di muri e due strutture cilidriche forse riconducibili a ossari,  si localizzano nella porzione nord est rivolta verso Via Beccari mentre la parte centrale verso il retro del Fulgor risulta rimaneggiata in epoche recenti.

A seguito di quanto emerso, per permettere un corretto inquadramento delle strutture, si provvederà ad eseguire uno scavo archeologico di tipo stratigrafico funzionale alla delimitazione della struttura della Chiesa e alla definizione delle sue caratteristiche, come richiesto dalla Soprintendenza di Ravenna.

Dato il rischio archeologico già evidenziato in fase progettuale, il cronoprogramma di cantiere aveva già previsto organizzazioni alternative dei lavori in appalto, in modo da consentire sia il prosieguo delle attività di posa dei sottoservizi in altre porzioni dell'area di intervento, sia la prosecuzione degli approfondimenti archeologici richiesti nel rispetto delle tempistiche di fine lavori.

Le modifiche progettuali relative al posizionamento della lama d'acqua prevista in Piazza San Martino, verranno apportate di concerto con la Soprintendenza e i progettisti del Museo Fellini incaricati a seguito di Bando Pubblico, valutando le soluzioni più opportune e compatibili con i ritrovamenti emersi, nel rispetto del cronoprogramma.