Archivio corrente e storico

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L’archivio storico raccoglie i materiali di circa un secolo di storia della Soprintendenza, a partire dal 1850 circa e dunque prima ancora della sua fondazione. Si tratta di una documentazione estremamente preziosa, che unita al fondo dei disegni e all’archivio fotografico costituisce un insieme unico, ricco e completo, una testimonianza fondamentale per ricostruire la storia della tutela nel territorio romagnolo.

Le carte conservate raccontano le vicende storiche e amministrative dell’ufficio ministeriale, le indagini scientifiche, i progetti, le relazioni tecniche attuate dal personale della Soprintendenza o dai soggetti esterni che con essa si relazionarono nel corso del tempo. I rapporti con i capoluoghi di provincia e con i comuni, i cantieri di restauro, l’attenzione per il paesaggio, le relazioni con i musei e gli enti ecclesiastici del territorio sono solo alcuni dei molteplici temi e settori di interesse raccontati dalle carte dell’archivio, fin dai primi anni della sua costituzione.

La documentazione è formata da materiale prodotto dall’attività dell’ufficio o acquisito dall’esterno. Quest’ultimo gruppo comprende, tra l’altro: l’acquisto dell’archivio personale di Alessandro Ranuzzi, tecnico del Genio Civile dal 1883 al 1897, operazione attuata da Corrado Ricci nel 1900; i versamenti effettuati nel 1910 dalla Soprintendenza di Bologna di numerosi fascicoli delle province di Ravenna, Forlì e Ferrara, divenute allora di competenza della sede ravennate; l’acquisizione tra 1911 e 1912 di documenti del Genio Civile. Inoltre, l’archivio storico conserva diverse carte relative alle origini del Museo Nazionale di Ravenna, istituito nel 1885 su iniziativa dello scultore Enrico Pazzi: al suo sorgere, la Soprintendenza assunse tra i vari compiti anche quello di dirigere tale sede museale. È interessante leggere i principi costitutivi riportati nel Regio Decreto n. 496 del 02 dicembre 1897, custodito tra i documenti dell’archivio storico: «considerata la convenienza di meglio coordinare le cure dell’Amministrazione dello Stato per la tutela delle antichità ravennati, sicchè si abbia sul luogo un’azione costante che provveda non solo alla conservazione e all’incremento degli oggetti raccolti nel Museo Nazionale, ma sovraintenda ai lavori per la conservazione e la manutenzione dei monumenti insigni, per i quali la città di Ravenna è giustamente famosa […] è istituita una speciale Sopraintendenza per la conservazione e la manutenzione dei monumenti di Ravenna».

Per le riforme organizzative interne al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, tutto l’archivio fotografico e documentario relativo ai beni storico-artistici precedente al 2014 è ancora conservato a Bologna, così come il materiale d’archivio del settore archeologico, di competenza della Soprintendenza di Ravenna solo dal 2016.

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